Le spezie hanno sempre avuto su di me un fascino
particolare, i colori e gli odori che emanano evocano terre lontane, antiche
tradizioni e saggezze popolari.
Vi siete mai trovati ad ammirare un banchetto di spezie come
si trovano spesso nei mercati delle feste paesane? L’impatto c’è, eccome!
Mi piace molto unire l’uso delle spezie alla mia cucina
quotidiana: danno sapore, colore e fanno molto bene alla salute. Ma quali
scegliere e come utilizzarle?
Le spezie sono tantissime e ognuna si addice di più a carne,
pesce, verdure, uova ecc. Ve le racconterò un po’ alla volta ma oggi voglio
parlarvi della curcuma, detta anche zafferano
delle Indie.
Questa pianta cresce in luoghi dove il clima è tropicale,
quindi umido e piovoso, con temperature che vanno dai 20° ai 35°. La sua
polvere è ottenuta dalla lavorazione della radice, ed è molto utilizzata dalle
popolazioni dell’India e in tutta l’Asia meridionale che ne fanno uso in
cucina, nella medicina popolare e come tintura per tessuti. Il suo colore è a
mio parere bellissimo, ricorda i luoghi polverosi e i volti carichi di
espressività dei paesi da cui proviene.
La curcuma molti pensano di non averla mai mangiata, in
realtà è una delle spezie che compongono il curry detto in Asia masala, al quale conferisce il classico
colore giallo intenso. In Europa è uno degli additivi coloranti ad uso
alimentare più utilizzato sotto la sigla di E100.
La medicina ayurvedica la considera un emmenagogo, in altre
parole un rimedio che “vitalizza il sangue”, cioè lo mobilita. Tra il sangue e
l’energia esiste una relazione reciproca, il sangue ha bisogno di energia per
il movimento e l’energia ha bisogno di sangue per il nutrimento. Secondo la
medicina ayurvedica, il sangue stagnante può essere una delle cause di molti
disturbi, tra cui amenorrea, dismenorrea, tumori, masse addominali, artrite,
dolore ai muscoli, sciatica e angina coronarica. Il ristagno di sangue,
comunque, crea dolore, generalmente fisso e acuto.
Le piante emmenagoghe trattano spesso in fitoterapia questi
disturbi, sono considerate “calde” in grado quindi di stimolare l’elemento
fuoco e ridurre i ristagni umido-freddi tipici delle persone con costituzione
linfatica.
La curcuma agisce in particolar modo su cuore, fegato e
polmoni, avendo un sapore definito amaro e speziato. Ha proprietà colagoga,
stimolante, analgesica, antinfiammatoria, ipocolesterolemizzante, astringente e
antisettica.
Per la medicina ayurvedica regola le mestruazioni, facilita
la digestione, aiuta nei catarri bronchiali, scioglie i calcoli biliari e
decongestiona il fegato, elimina i dolori mestruali e aiuta a ridurre i
fibromi. Sia per via interna che per applicazione esterna la curcuma promuove
la guarigione di ferite o traumi.
In fitoterapia si consiglia di assumerne 3-9 gr al giorno
tranne che per le donne in gravidanza e in caso di occlusione alle vie biliari
o in presenza di colecistopatie.
Uno studio più recente ha dimostrato che questa spezia,
grazie ai suoi principi attivi, è in grado di stimolare il sistema immunitario
e di inibire il danno ossidativo prodotto dai radicali liberi al DNA, meglio
ancora delle vitamine A ed E. Probabilmente è per questo motivo che le
popolazioni che consumano abitualmente curcuma hanno un’incidenza minore di
molte forme tumorali.
A questo punto non ci resta che inserirla nella nostra
dieta, per godere dei suoi benefici e anche del suo sapore. Per iniziare potete
prendere una ciotolina, mettere dell’olio d’oliva e un po’ di polvere di
curcuma a piacere, mescolare e usare questo condimento per insaporire verdura
cotta e cruda, pesce e la pasta integrale appena scolata. La trovo ottima anche
spolverata sopra alle uova (il curry è ancora meglio). Potete inoltre
aggiungerla a fine cottura nei minestroni di verdura e nei passati, anche
abbinata ad altre spezie come peperoncino, coriandolo, zenzero ecc.
Se lo trovate, abbinatela con il pepe lungo, questo aiuta
l’assorbimento dei principi attivi della curcuma.
Iniziate a prendere confidenza con il suo utilizzo, poi ci
saranno un po’ di ricette!
A presto
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