Le ferie spesso sono un buon momento per dedicarsi alle cose
che piacciono di più e tra queste io sicuramente scelgo la lettura di libri a
cui durante l’anno non sono riuscita a dedicarmi.
Tra questi mi sono portata sotto l’ombrellone un libro forse
non propriamente “da spiaggia” ma dalla scrittura coinvolgente e dal tema
intrigante: The China Study.
Probabilmente ne avrete sentito parlare o lo avrete visto in
libreria, questo libro, oramai un best seller mondiale, è diventato famoso
perché parla di qualcosa che deve (o dovrebbe) interessare tutti:
l’alimentazione.
Questo libro racconta di una ricerca trentennale
sull’alimentazione tenuta da ricercatori americani in collaborazione con
colleghi cinesi per osservare, valutare e dimostrare gli effetti dell’alimentazione
sulla salute e, in particolare, il legame tra l’alimentazione occidentale e le
malattie che colpiscono proprio i paesi sviluppati.
Molti penseranno che si tratta del solito argomento trito e
ritrito, oppure che sono “i soliti fanatici”, invece no. E’ uno studio serio e
autorevole che porta dati concreti e dimostrabili a cui non possiamo non dare
attenzione.
L’autore, il Dott. Colin Campbell racconta la sua storia e
l’inizio di questa avventura narrando di come abbia dovuto rivedere le proprie
convinzioni alimentari visto che la sua famiglia aveva una fattoria quindi
erano grandi produttori e consumatori di latticini e carne, cresciuto con lo
slogan “mangia la carne che diventi forte e robusto”.
Un libro molto appassionante, forse un po’ forte a tratti
perché si sa che quando si ha qualcosa di importante da raccontare l’enfasi non
manca.
Suddiviso per capitoli, tratta le principali malattie del
nostro tempo dal diabete al cancro, dal colesterolo alto alle cardiopatie, obesità,
malattie autoimmuni, osteoporosi malattie oculari, renali… Insomma le patologie
che pare siano molto diffuse nei paesi ricchi e invece abbiano una bassissima
incidenza in altre parti del mondo, tra le quali la Cina.
Spesso si pensa che il fattore genetico di ognuno di noi, di una razza o di un popolo possa avere a che fare con lo sviluppo di certe
patologie, la predisposizione genetica è un argomento che spesso viene fuori ma
probabilmnente è sopravvalutato, certo a volte ci può essere una
predisposizione (anche nell’iride si vedono alcune predisposizioni
dell’individuo a certe malattie) ma non è detto che queste si manifestino. Qual
è la variabile allora? Come mai non sempre queste temute “predisposizioni
genetiche” si manifestano? Sono davvero così determinanti oppure in realtà c’è
dell’altro? E l’altra provocazione è: se quel popolo si ammala meno perché
geneticamente più resistente, allora come mai quando le persone di quella
popolazione emigrano nei paesi occidentali iniziano a soffrire delle stesse
malattie di cui soffre il paese in cui sono andati a vivere?
Queste sono solo alcune domande a cui troverete risposta nel libro
ma gli argomenti sono tanti e nei prossimi post vi racconterò i più interessanti
(anche se è difficile fare una selezione).
Molti si irrigidiscono all’idea di leggere un libro che
potrebbe (e lo farà) mettere in discussione la loro alimentazione (spesso
legata al vissuto dell’infanzia, il modello familiare…), ma io penso che quando
ci viene data l’occasione di scoprire cose importanti che riguardano la nostra
salute sia nostro dovere documentarci, perché la conoscenza viene prima di
tutto, poi ognuno deciderà per sé
liberamente, ma dire “non voglio sapere perché poi dovrei cambire” secondo me è
sbagliato.
A chi sta pensando che tanto tutti andando avanti con l’età
comunque andremo incontro a patologie legate all’invecchiamento, malattie
degenerative ecc… Rispondo che si, la probabilità di ammalarsi col passare
degli anni è più alta ma perché non spendere tutte le carte che abbiamo nel
mazzo per vivere il più a lungo possibile in salute, autosufficienti e con un
certo benessere? Credo valga la pena di provarci!
A presto!
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