Buongiorno e buon anno a tutti!
Spero che questo 2014 sia iniziato ricco di belle sorprese e
stimoli nuovi per ognuno di voi.
Sull’onda del corso di educazione alimentare organizzato in
autunno l’interesse per la cucina naturale e il mangiare sano è aumentato.
Nella mia continua ricerca di novità e il desiderio di benessere sto leggendo
diversi libri molto interessanti di cui presto vi parlerò. Alcuni testi sono
oramai famosi e altri sono recenti pubblicazioni. Tutti però convergono verso
un unico pensiero: la nostra alimentazione va modificata per migliorare il
nostro stato di salute e prevenire malattie future.
Troppi sono gli alimenti presenti sulle nostre tavole che
andrebbero ridotti drasticamente o addirittura eliminati: latte e derivati,
carne, carboidrati raffinati e zuccheri, lieviti chimici e prodotti
preconfezionati, precotti, frutto di elaborate trasformazioni industriali e
raffinazioni. L’uomo nasce per consumare ciò che la natura gli fornisce perché
solo in questo modo riesce ad ottenere la quantità giusta di fibre, minerali,
oligelementi, vitamine ed enzimi per rimanere in buona salute.
Le cosiddette “malattie del progresso” ci parlano delle
nostre cattive abitudini: diabete, problemi cardiovascolari, malattie
degenerative del sistema nervoso (sclerosi multipla, Alzheimer) e tumori sono
maggiormente presenti nelle popolazioni ricche che, guardacaso, mangiano una
maggior quantità di cibo raffinato e proteine animali.
La cura della nostra alimentazione deve essere la prima
pietra per costruire la nostra salute e non è possibile fare in modo diverso.
Se è vero che “siamo
quello che mangiamo” allora perché non ce ne prendiamo cura?
L’alimentazione è un ambito delicato perché a tavola
convergono tradizioni, abitudini familiari, una parte della nostra socialità,
le nostre gratificazioni e frustrazioni, i nostri gusti e la quotidianità
domestica e lavorativa. Spesso quando si parla di mangiare bene mi sento
rispondere: “ma io non ho tempo per cucinare” oppure “questi prodotti costano
troppo” o ancora “nella mia famiglia queste cose non le vorranno mai mangiare”.
In realtà tutto si può fare, anche modificare l’alimentazione di una famiglia
intera, basta procedere un passo alla volta. Io personalmente non credo nei
cambiamenti drastici e spesso conflittuali, perché la persona deve avere il
tempo di abituarsi ai nuovi sapori, capire come utilizzare certi cibi in
cucina, acquisire dimestichezza. La virata brusca verso stili alimentari
lontani da noi può essere fattibile solo in chi è molto determinato e predisposto
caratterialmente a farlo, oppure è supportato dagli altri familiari, altrimenti
diventa una guerra faticosa che presto viene abbandonata.
Procediamo per gradi, alcuni spunti per iniziare:
1-
Informiamoci, leggiamo e documentiamoci poi
condividiamo con i familiari le nostre conoscenze acquisite in materia di sana
alimentazione.
2-
In base alla nostra giornata di lavoro/familiare
pensiamo dove possiamo iniziare a fare le prime modifiche alimentari:
Colazione? Cena? Posso migliorare il mio pasto nella mensa aziendale?
3-
Iniziamo ad apportare piccoli cambiamenti, ad
esempio: sostituire il pane raffinato con quello integrale, introdurre un po’
alla volta il consumo di cereali integrali, legumi e pasta integrale per
abituarsi a nuovi sapori, scegliere il sale marino integrale anziché iodato.
4-
Proviamo ad acquistare biologico. E’ vero, il
bio costa un po’ di più ma acquistiamo biologico partendo da quei prodotti che
meritano per primi di essere sperimentati: cereali integrali, riso integrale,
legumi, pasta integrale e succhi di frutta (a mio avviso molto più buoni degli
altri).
5-
Cerchiamo le offerte. Oramai l’offerta di
biologico è ampia, cerchiamo le promozioni mensili o i negozi che fanno i
prezzi migliori.
6-
Proviamo ad informarci sull’acquisto di frutta e
verdura a km zero cioè quelli prodotti vicino a noi. Interessante è il lavoro
dei GAS che operano in molte città (cercate sul web), oppure i mercati locali
in cui i produttori portano direttamente i loro prodotti (costano meno e sono
più freschi e buoni).
7-
Riduciamo le quantità. Siamo onesti e rispondiamo
intimamente a queste domande: Potrei perdere qualche chilo? Faccio una vita
troppo sedentaria per ciò che mangio? Quante volte mangio solo per
gratificazione e non per fame?
8-
Ricerchiamo il gusto. Mangiare bene non vuol
dire perdere il gusto di mangiare. Sperimentiamo le soluzioni per noi più
appetitose, potreste rimanerne stupiti.
9-
Inseriamo nell’alimentazione l’uso delle spezie
ed erbe aromatiche per insaporire i cibi e ridurre così il sale.
10- Divertiamoci. Scopriamo che
ci si può anche divertire cucinando e scoprendo gusti nuovi.
Un anno di buona cucina per
tutti! A presto!
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