lunedì 26 novembre 2012

La ritenzione idrica


La ritenzione idrica è un problema che coinvolge, chi più chi meno, un bel numero di persone, prevalentemente donne.
Ma cos’è in realtà la ritenzione idrica?
Il nostro corpo quotidianamente produce attraverso il metabolismo cellulare una quantità di liquido che contiene all’interno acqua, proteine, lipidi, tossine, prodotti di scarto del processo metabolico, cellule immunitarie e molto altro. Questo liquido generalmente è drenato dai tessuti grazie all’aiuto del sistema linfatico e venoso, ma in certi casi tende a rimanere e a creare una condizione di gonfiore in parte permanente, detta appunto ritenzione idrica.
Le cause possono essere molteplici. Innanzitutto controlliamo il sistema circolatorio venoso e linfatico, questi devono essere in condizioni di efficienza ottimale, se così non fosse possiamo stimolarli attraverso i massaggi specifici (il linfodrenaggio di Vodder è l’ottimale) e l’attività fisica affinché riprendano una funzionalità corretta e possano rimuovere l’eccesso di liquido.
Il test più semplice per capire se ci sono problemi circolatori è rispondere a queste domande:
Ti senti spesso le gambe pesanti?
Dopo una camminata ti senti le gambe più leggere o più pesanti di prima?
Se la risposta è “più leggere”, hai un problema prevalentemente venoso, se invece sono “più pesanti”, c’è senz’altro un problema linfatico.
A volte la ritenzione si verifica, anche se i nostri sistemi di drenaggio sono in uno stato ottimale. Che cosa causa allora questo eccesso di liquidi?
onsideriamo che il nostro corpo utilizza la ritenzione idrica come strumento per “diluire” le tossine prodotte quando queste non riescono ad essere eliminate, portandole nei tessuti periferici, quindi lontane dagli organi vitali, e richiamando liquidi per renderle inattive. Queste tossine non sono state eliminate attraverso gli organi emuntori (fegato, reni, intestino, pelle, polmoni) perché quantitativamente troppe, oppure perché i nostri emuntori si trovano già saturi e carichi di lavoro. In questo caso siamo in un momento d’intossicazione di cui non ci rendiamo conto.
Un buon modo di eliminare liquidi è fare una depurazione di fegato e intestino per aiutare gli organi addetti a smaltire questo carico di lavoro, inoltre possiamo stimolare il sistema linfatico con il massaggio e anche con la fitoterapia in modo dolce ma efficace.
I preparati che ci possono aiutare sono:
 
-          Betula Verrucosa (Gemme) che aiuta a ripulire e drenare i tessuti.
-          Tarassacum officinalis (TM) per disintossicare fegato, intestino e stimolare la diuresi.
-          Thé verde da bere durante la giornata (ottimo depurativo generale).
-          Tisane con Tarassaco, Rusco, Finocchio e Vite rossa per migliorare il tono venoso e ridurre il senso di gonfiore.
 
Ovviamente parliamo di una ritenzione di liquidi data da cause “naturali”, diverso è il caso di chi assume farmaci ad uso quotidiano che possono provocare ritenzione idrica per altri motivi (l’esempio classico è la pillola anticoncezionale), in tal caso è comunque utile una depurazione ma il fattore scatenante, ovvero il farmaco, va preso in considerazione nel momento in cui si valutano i risultati finali del drenaggio.
Diverso ancora è l’edema da alimentazione povera di proteine. L’assunzione troppo scarsa o eccessiva di proteine può provocare un ristagno linfatico diffuso.
Altro caso è l’edema causato da problemi più gravi a cuore, reni e fegato, che vanno diagnosticati tempestivamente.
In ogni caso, ricordiamoci di prestare attenzione a ciò che mangiamo e di evitare o ridurre al minimo tutti gli alimenti che ci danno ritenzione come:
 
-          Zuccheri raffinati
-          Dolci
-          Caffè
-          Formaggi e insaccati
-          Sale in eccesso
 
E bevete molta acqua, perché solo in questo modo stimolerete il processo di diuresi!
A presto!

venerdì 23 novembre 2012

Questa è solo…ENERGIA!


Nella Medicina Tradizionale Cinese da sempre si parla di energia, meridiani, punti energetici e così via, argomentazione per molti affascinante ma anche complicata.
Secondo questa medicina millenaria il nostro corpo emette energia (detta anche Qi o Ki) la raccoglie dall’ambiente esterno, dall’alimentazione, dalle forme di pensiero e la trasforma.
L’uomo nasce con un bagaglio “genetico” di energia che per la Medicina Cinese è trasmessa dai genitori al feto e che lo accompagnerà per tutta la vita. Questa energia risiede nei reni e può essere conservata, nutrita o sperperata secondo lo stile di vita. L’uomo raccoglie energia dal mondo che lo circonda: dal cibo sano ed energeticamente ricco, dalla terra e dal respiro che prende il Qi del cielo per portarlo al proprio interno.
Questa energia che quotidianamente raccogliamo ci serve per affrontare la giornata e per “ricaricare” le nostre batterie, in questo modo non attingiamo dal grande serbatoio renale e risparmiamo la nostra energia ancestrale, diversamente, attingiamo dalla nostra riserva personale fino a quando andiamo “in riserva”, momento in cui iniziano i problemi di salute.
Una persona in “vuoto energetico” per i cinesi è fondamentalmente colui che ha poca energia, poca resistenza fisica e psichica, si ammala facilmente ed è più vulnerabile nei confronti dell’ambiente esterno. Pallido, con occhiaie profonde, pochi capelli e freddoloso, sono tutti segnali che indicano un Ki scarso che scorre male nei meridiani del nostro corpo.
I cinesi sostengono che quando l’energia ancestrale termina l’individuo va incontro alla morte.
Da qui si capisce l’importanza di conservare il più a lungo possibile questo bagaglio prezioso.
Alcune regole fondamentali che possiamo applicare subito per conservare il nostro Ki sono:
 
-          Dormire in modo sufficiente
-          Alimentarsi con cibi ricchi di Ki, quindi biologici e poco raffinati
-          Ridurre le fonti di stress
-          Rigenerarsi in mezzo alla natura e all’aria aperta quando è possibile
-          Respirare (spesso viviamo le nostre giornate in apnea)
-          Tenere un atteggiamento mentale positivo (i pensieri negativi possono scaricarci molto a livello energetico)
-          Utilizzare tecniche di meditazione o discipline energetiche (Tai chi, Qi gong, yoga ecc.)
-          Eventualmente aiutarsi con la fitoterapia e floriterapia
 
 Anche le persone con turbe mentali per i cinesi sono individui che hanno un’energia di base da tonificare, hanno quindi perso il “centro” emotivo, fisico ed energetico.
Nel corpo umano ci sono dei canali di scorrimento di questa energia, detti meridiani, attraverso i quali questa raggiunge tutti gli organi e i visceri corporei. Dove il corpo presenta un dolore, una contrattura o un problema, lì c’è un blocco dello scorrimento energetico.
Durante il giorno l’energia passa nei meridiani, ma in maniera più consistente si trova in un meridiano piuttosto che in un altro secondo l’orario. Esiste un orologio cinese degli organi, dove ad ogni ora corrisponde un organo/viscere, ciò significa che in quell’orario l’energia scorre con maggior vigore lungo il meridiano corrispondente. Quando una persona accusa dei sintomi in un determinato orario della giornata, e questo avviene per più giornate, allora c’è una difficoltà dell’organo o viscere che corrisponde a quella fascia oraria (vedi disegno).
 
  

  
Anche i risvegli notturni sono indicativi, se una persona si sveglia sempre (es.) dalle 2 alle 3 di notte, probabilmente c’è un fegato che ha bisogno di essere depurato e riequilibrato, se invece ci si sveglia sempre alle 4 o alle 5 è un segno di malinconia, tristezza e preoccupazione che riguarda di più l’organo polmone.
L’orario della giornata in cui ci sentiamo scarichi o energici parla della nostra condizione energetica e si relaziona con gli organi corrispondenti.
Qual è la tua ora migliore? E la peggiore? A voi l’analisi!

A presto!

domenica 18 novembre 2012

Zuppa d’autunno


Ho sempre pensato che, se la natura ci ha dato determinati prodotti alimentari in certi periodi dell’anno, è perché noi abbiamo bisogno di determinate sostanze, vitamine e minerali presenti in questi alimenti. Inutile consumare prodotti fuori stagione, tanto meglio quando si può, utilizzare i cibi che quella stagione ci offre.
Questa zuppa che ho sperimentato una settimana fa è un’ottima ricetta che ci permette di usare due importanti ingredienti autunnali: la zucca e il radicchio.
In Medicina Cinese la zucca, con il suo sapore dolce, è indicata come alimento utile a nutrire il nostro elemento Terra e in particolare fa bene allo stomaco.
In autunno la zucca è una verdura da consumare in grandi quantità perché ricca di molti principi nutritivi utili, come il betacarotene, che ha proprietà preventive nei confronti di diverse patologie in quanto:
 
-         Contrasta i radicali liberi
-         Protegge il sistema circolatorio
-         E’ un antinfiammatorio e antiossidante
 
 Il radicchio rosso è una verdura che cresce quasi tutto l’anno. Contiene il 93% di acqua, il 4% di carboidrati, 1% di proteine e il restante si divide in fibre e minerali come il calcio, il sodio, il fosforo, il potassio (di cui è ricco), il magnesio, il ferro, lo zinco, rame e manganese.
Il radicchio rosso contiene anche alcune vitamine: B1, B2, B3, B5, B6, C, E, K, buone proprietà digestive (grazie ai principi amari) e depurative. Le fibre del radicchio hanno la capacità di trattenere gli zuccheri presenti nel sangue, per questo motivo è consigliato ai soggetti affetti da diabete di tipo 2.
Uno studio interessante dell’Università di Urbino ha evidenziato che il radicchio rosso contiene molte più sostanze antiossidanti rispetto ad altri alimenti più famosi per questa proprietà come mirtilli e uva. Grazie a questa sua caratteristica il radicchio rosso rallenta l'invecchiamento cellulare, previene l'insorgere di alcuni tipi di tumore (soprattutto a livello intestinale) e apporta benefici a chi soffre di artrite e reumatismi. Anche la pelle si mantiene più giovane e più a lungo grazie agli antiossidanti.
Ora veniamo alla ricetta!
Tagliate a dadoni 600 gr di polpa di zucca e rosolatela con un cucchiaio d’olio d’oliva e due d’acqua insieme ad una cipolla tritata finemente e abbondante noce moscata.
Aggiungete una quantità d’acqua affinché la zucca risulti coperta per tre quarti del suo volume e un dado vegetale.
Fate bollire per mezz’ora a fuoco lento.
Intanto tagliate a listarelle un cespo di radicchio rosso. Quando la zucca sarà cotta, frullatela, aggiungete il radicchio e riprendete la cottura ancora per 10-15 min a piacere.
Quando sarà pronta, servitela spolverandola di parmigiano, con un filo d’olio d’oliva o di girasole e un pizzico di peperoncino in polvere.
Questa ricetta piacerà anche a chi ritiene la zucca troppo dolce per il proprio gusto, il radicchio ne smorzerà con l’amaro il sapore finale.
Buon appetito!

martedì 13 novembre 2012

Mi è venuta la cervicale!


“Mi è venuta la cervicale!” Questo è quello che sento dire spesso alle persone quando hanno dolore o tensione al collo, è una frase che mi fa sempre sorridere perché la cervicale non è qualcosa che “viene”, ma è una parte fondamentale del nostro corpo.
Per cervicale si intende un insieme di sette vertebre, dette appunto vertebre cervicali, che costituiscono l’asse di sostegno del collo e del capo soprastante.
La prima che troviamo subito al di sotto della nuca è chiamata Atlante (I C), come il nome del mitico reggitore della volta celeste (e in effetti anche la nostra piccola vertebra si trova a sostenere un bel carico) mentre la seconda è detta Epistrofeo (II C). Tutte le altre sono indicate come III C, IV C, V C ecc
Quando questo tratto vertebrale è sottoposto a stress muscolari, tensioni o colpi d’aria, si possono presentare dolori più o meno localizzati e manifestazioni neurologiche. Anche tensioni mandibolari, mal occlusione o digrignamento notturno possono portare agli stessi sintomi.
Se il problema riguarda le prime vertebre, la sintomatologia potrebbe essere (oltre alla tensione localizzata) anche di tipo neurologico: mal di testa, nausea, capogiri, ronzii alle orecchie e difficoltà visive, mentre se l’infiammazione è nel tratto basso avvertiremo più dolore localizzato e al movimento, tensione sulle spalle e, a volte, anche stati dolorosi o fastidi che si irradiano agli arti superiori.
Detto questo, quando avete un’infiammazione acuta, cioè dolore intenso e pochissima mobilità, affidatevi a prodotti antinfiammatori che vi aiutino a superare la fase critica:
 
-          Creme o gel a base di Arnica e Artiglio del Diavolo da spalmare localmente
-          Arnica da assumere per via orale (omeopatica) nel caso in cui l’infiammazione sia da trauma
-          Integratore di Magnesio, per ridurre la tensione muscolare
-          Impacchi di Zenzero localizzati per allentare la tensione e muovere il Ki stagnante
 
Quando la fase acuta sarà passata, la cosa migliore è farsi fare un massaggio a collo-spalle-schiena per andare a risolvere le contratture. Nel caso il dolore si protraesse nel tempo o si ripresentasse con una certa frequenza vi consiglio di verificare con il vostro dentista se c'è un problema di bruxismo.
Le persone che soffrono spesso di tensioni al collo e mal di testa “da cervicale” dovrebbero farsi trattare con il massaggio per allentare la tensione muscolare che, probabilmente, è sempre presente in modo costante e quando incontra un fattore scatenante (cambi di clima, clima freddo-umido, colpo d’aria, stati di rabbia e posture errate) diventa dolorosa.
Secondo la Medicina Tradizionale Cinese il collo è associato all’organo fegato e all’emozione a lui collegata, la rabbia. Quando ci sono episodi di torcicollo è giusto quindi pensare di depurare anche il fegato.
A presto!

sabato 10 novembre 2012

Mammolo, Mimmolo…Mimulus!


“Mimulus è una pianta in apparenza fragile e vulnerabile che non cresce nei boschi o nei campi, ma sulle rive di torrenti e ruscelli, attaccata alle pietre, appesa precariamente sull’acqua, resistendo senza paura ai pericoli di crescere in mezzo all’acqua”.  (R. Orozco)
 
Mimulus Guttatus è il nome botanico della pianta dalla quale si ottiene il fiore di Bach detto Mimulus.
Questa pianta, alta c.ca 30 cm è diffusa in tutta Europa e cresce principalmente presso i corsi d’acqua, i ruscelli e in luoghi umidi. Presenta grandi fiori gialli, delicati, che ricordano gli aspetti somatici di chi porta con sé le caratteristiche emozionali legate a questa essenza. Sono generalmente persone esili, con tratti fini, simili a bambole di porcellana. Hanno una grande sensibilità corporea che li fa arrossire e/o balbettare, spesso per nascondere questo loro aspetto si mostrano estroversi, ridono nervosamente o parlano eccessivamente, ma se si guardano bene negli occhi, si noterà tutta la loro timidezza e fragilità. Hanno spesso le mani sudate, possono avere tendenza cifotica e sono pallidi.
Mimulus è associato alla paura, all’ansia per cose concrete, ben definite, per esempio: paura del dentista, paura dell’aereo, degli animali o delle malattie, paura delle iniezioni ecc. In realtà queste persone mostrano sempre paure nuove: la paura di essere soli, della povertà ecc. L’elenco potrebbe essere molto lungo. Spesso i pensieri di “paura” sono concatenati tra loro e hanno la tendenza a materializzarsi, rafforzando quelli precedenti e legando sempre più la persona ai suoi timori.
I floriterapeuti parlano spesso di una paura originata al momento della nascita, la paura del nuovo nato per il mondo che dovrà affrontare.
Mimulus può avere una personalità fobica per eccellenza, è perspicace e ipersensibile, per questo si sente spesso infastidito da troppo rumore, troppa luce, troppa folla, troppo cibo ecc. Tutti gli eccessi vanno a disequilibrare la sua costituzione sensibile, facendo insorgere, a volte, malesseri fisici dati da questa pressione: il “loro” mal di testa, il “loro” mal di pancia, il “loro” disturbo alla vescica ecc.
Molti bambini sono caratterizzati da tratti Mimulus che, in alcuni casi, si risolvono con la crescita, ma in altri, gettano le basi per la personalità futura. Mimulus è utile come rimedio anche nei casi di paure verso le situazioni nuove: andare all’asilo, distaccarsi dalla mamma, dormire da soli ecc. Sempre accompagnato però da altri rimedi floreali di contorno.
Mimulus aiuta le persone ad uscire dal labirinto dei timori e delle ansie. Nella floriterapia si ritiene che la paura abbia un’origine “spirituale” e pertanto i rimedi di floriterapia, essendo “vibrazionali”, possono aiutare a sbloccare e dissolvere uno stato di paura aiutando a comprenderne l’essenza.
I consigli che di solito si danno alle persone Mimulus, sono di affrontare le proprie paure da un punto di vista mentale e razionale, di ritagliarsi dei momenti durante la giornata per riposarsi e rigenerarsi dall’ambiente esterno e di accettare la propria sensibilità senza giudizio.
Nella Medicina Tradizionale Cinese, la paura è associata ai reni, quindi un trattamento di rinforzo energetico della loggia renale potrebbe aiutare, utilizzando in sinergia con la floriterapia anche la fitoterapia e l’alimentazione.
 
“Così come non mi sono preoccupato di nascere, non mi preoccupo di morire” (F.G.Lorca)

martedì 6 novembre 2012

La Curcuma


Le spezie hanno sempre avuto su di me un fascino particolare, i colori e gli odori che emanano evocano terre lontane, antiche tradizioni e saggezze popolari.
Vi siete mai trovati ad ammirare un banchetto di spezie come si trovano spesso nei mercati delle feste paesane? L’impatto c’è, eccome!
Mi piace molto unire l’uso delle spezie alla mia cucina quotidiana: danno sapore, colore e fanno molto bene alla salute. Ma quali scegliere e come utilizzarle?
Le spezie sono tantissime e ognuna si addice di più a carne, pesce, verdure, uova ecc. Ve le racconterò un po’ alla volta ma oggi voglio parlarvi della curcuma, detta anche zafferano delle Indie.
Questa pianta cresce in luoghi dove il clima è tropicale, quindi umido e piovoso, con temperature che vanno dai 20° ai 35°. La sua polvere è ottenuta dalla lavorazione della radice, ed è molto utilizzata dalle popolazioni dell’India e in tutta l’Asia meridionale che ne fanno uso in cucina, nella medicina popolare e come tintura per tessuti. Il suo colore è a mio parere bellissimo, ricorda i luoghi polverosi e i volti carichi di espressività dei paesi da cui proviene.
La curcuma molti pensano di non averla mai mangiata, in realtà è una delle spezie che compongono il curry detto in Asia masala, al quale conferisce il classico colore giallo intenso. In Europa è uno degli additivi coloranti ad uso alimentare più utilizzato sotto la sigla di E100.
La medicina ayurvedica la considera un emmenagogo, in altre parole un rimedio che “vitalizza il sangue”, cioè lo mobilita. Tra il sangue e l’energia esiste una relazione reciproca, il sangue ha bisogno di energia per il movimento e l’energia ha bisogno di sangue per il nutrimento. Secondo la medicina ayurvedica, il sangue stagnante può essere una delle cause di molti disturbi, tra cui amenorrea, dismenorrea, tumori, masse addominali, artrite, dolore ai muscoli, sciatica e angina coronarica. Il ristagno di sangue, comunque, crea dolore, generalmente fisso e acuto.
Le piante emmenagoghe trattano spesso in fitoterapia questi disturbi, sono considerate “calde” in grado quindi di stimolare l’elemento fuoco e ridurre i ristagni umido-freddi tipici delle persone con costituzione linfatica.
La curcuma agisce in particolar modo su cuore, fegato e polmoni, avendo un sapore definito amaro e speziato. Ha proprietà colagoga, stimolante, analgesica, antinfiammatoria, ipocolesterolemizzante, astringente e antisettica.
Per la medicina ayurvedica regola le mestruazioni, facilita la digestione, aiuta nei catarri bronchiali, scioglie i calcoli biliari e decongestiona il fegato, elimina i dolori mestruali e aiuta a ridurre i fibromi. Sia per via interna che per applicazione esterna la curcuma promuove la guarigione di ferite o traumi.
In fitoterapia si consiglia di assumerne 3-9 gr al giorno tranne che per le donne in gravidanza e in caso di occlusione alle vie biliari o in presenza di colecistopatie.
Uno studio più recente ha dimostrato che questa spezia, grazie ai suoi principi attivi, è in grado di stimolare il sistema immunitario e di inibire il danno ossidativo prodotto dai radicali liberi al DNA, meglio ancora delle vitamine A ed E. Probabilmente è per questo motivo che le popolazioni che consumano abitualmente curcuma hanno un’incidenza minore di molte forme tumorali.
A questo punto non ci resta che inserirla nella nostra dieta, per godere dei suoi benefici e anche del suo sapore. Per iniziare potete prendere una ciotolina, mettere dell’olio d’oliva e un po’ di polvere di curcuma a piacere, mescolare e usare questo condimento per insaporire verdura cotta e cruda, pesce e la pasta integrale appena scolata. La trovo ottima anche spolverata sopra alle uova (il curry è ancora meglio). Potete inoltre aggiungerla a fine cottura nei minestroni di verdura e nei passati, anche abbinata ad altre spezie come peperoncino, coriandolo, zenzero ecc.
Se lo trovate, abbinatela con il pepe lungo, questo aiuta l’assorbimento dei principi attivi della curcuma.
Iniziate a prendere confidenza con il suo utilizzo, poi ci saranno un po’ di ricette!
A presto

venerdì 2 novembre 2012

La crema Budwig


La dottoressa Kousmine di cui vi ho già parlato in precedenza, sosteneva che la colazione del mattino è uno dei pasti principali della giornata, anche se noi spesso tendiamo a trascurarla.
Con il risveglio il nostro corpo richiede molta energia, è il momento in cui tutto si rimette in moto per un’altra giornata di lavoro e attività, il nostro metabolismo è al massimo per trasformare una sostanziosa colazione in energia. Diversamente, quando al mattino non mangiamo, il nostro corpo va a prendere ciò di cui necessita dalle riserve, compiendo così uno sforzo inutile.
La dottoressa Kousmine studiò una colazione ideale che potesse costituire un vero e proprio pasto completo a livello di nutrienti, con vitamine, grassi polinsaturi, minerali, zuccheri naturali e fibre, il tutto perfettamente digeribile anche dalle persone malate.
La crema Budwig, che prende il nome da un’amica della dottoressa Kousmine, nasce dall’esigenza di:
 
-          Consumare giornalmente grassi polinsaturi, omega-3 e 6.
-          Sostituire alimenti nocivi, poco nutrienti e troppo calorici.
-          Effettuare una buona e completa colazione.
 
La dottoressa sosteneva che molte delle malattie degenerative che ci colpiscono hanno come causa comune, la carenza di certi nutrienti, che provoca un indebolimento del nostro corpo e del sistema immunitario rendendo la nostra salute sempre più debole e indifesa.
Di seguito vi riporto la ricetta della crema Budwig. Io stessa, vi confesso, l’ho guardata per un po’ di tempo con diffidenza, non tanto per gli ingredienti ma per il risultato finale che mi andavo ad immaginare, la mia domanda era “Ma sarà buona?”
Mangiare sano, in fondo, non deve significare perdere di gusto e piacere, perché in questo caso le buone abitudini vengono ben presto abbandonate. La crema Budwig, dopo averla provata personalmente, posso dire che è gustosa e abbondante, molto adatta a tutte le persone che soffrono la fame a metà mattina perché riesce a saziare per molte ore, aiutando quindi anche chi ha sempre poco tempo per il pranzo.
La ricetta riportata è originale ma qualche variazione potete farla per renderla di vostro gradimento.
 
Ingredienti:
 
-          1 cucchiaio (15 gr) di semi oleosi crudi macinati al momento (girasole, noci, mandorle, nocciole, zucca…)
-          1 cucchiaio colmo (20 gr) di cereali integrali crudi biologici a scelta (riso, grano saraceno, orzo, avena, miglio, farro…)
-          1 alimento proteico a scelta tra: 125 gr di yogurt naturale biologico, 40 gr di tofu, 30 gr di ricotta, 1 tuorlo d’uovo.
-          1 piccola banana o 2 cucchiai di miele
-          150 gr di frutta fresca di stagione
-          1 cucchiaio (20 gr) di semi di lino macinati al momento
-          Il succo di ½ limone o di un’arancia
 
Macinate finemente i semi di lino, i semi oleosi e il cereale in un macinacaffè.
Frullate uno degli alimenti proteici con la banana o il miele e il succo di limone.
Lavate e pulite la frutta, tagliatela a pezzetti e unitela alla crema (potete anche frullarla) insieme agli altri ingredienti.
 
Questa preparazione si può associare a piacere a caffè d’orzo, infusi, tisane o the verde.
Un suggerimento per chi è stitico: al mattino a digiuno bevete un bicchiere d’acqua, a temperatura ambiente o tiepida, diviso in tre sorsi intervallati; ciò stimolerà il vostro movimento intestinale oltre che a depurarvi.
Fatemi sapere se vi piace e se l’avete provata in altre varianti!
Buona colazione a tutti!