lunedì 11 novembre 2013

La salute vien...MANGIANDO!



Come vi avevo raccontato nel post precedente, questo autunno mi sono dedicata all’organizzazione di un corso di Educazione Alimentare e il 10 ottobre siamo partiti con i sei incontri.
Gli argomenti trattati sono di notevole interesse e ultimamente abbiamo parlato del rapporto tra alimentazione e malattia, argomento che desta molta curiosità e domande.
Il Dott. Zini Biologo Nutrizionista che tiene il corso ci ha parlato in modo ampio  di queste interazioni e tra le tante nozioni apprese ho scelto di raccontarvi dell’acidosi tissutale.

Il nome può spaventare, in realtà altro non è che il risultato della digestione di molti alimenti.
Tutti i processi metabolici producono normalmente sostanze acide, mentre il nostro corpo per poter compiere le reazioni biochimiche quotidiane necessita di un ambiente basico/neutro.
La digestione di certi cibi produce una quantità di acidi superiore ad altri e questi alterano il pH corporeo di conseguenza verso l’acidità.
Fortunatamente siamo ben programmati e l’organismo riesce ad abbassare questo stato di acidità attingendo sostanze basificanti (i minerali) dall’alimentazione oppure dalle proprie strutture (ossa).
Diventa chiaro come un’alimentazione ricca di cibi troppo acidi porti il nostro corpo a depauperare le proprie risorse basiche (il calcio dello scheletro) e quindi nel tempo verso svariati problemi di salute.

Ma quali sono i cibi troppo acidi?
Zuccheri raffinati, carne, grassi saturi, insaccati e latticini sono i principali indiziati, sicuramente i carboidrati in genere sono acidi ma in particolare quelli raffinati a differnza di quelli integrali che possiedono al loro interno anche una quota di minerali basificanti.
Tra i cibi mediamente acidi mettiamo frutta, miele, pesce, tofu, cereali integrali e yogurt, mentre quelli particolarmente basificanti sono tutte le verdure, banane, mandorle e noci.
Se la nostra alimentazione presenta cibi molto acidi questi dovrebbero essere accompagnati a tavola da altrettanti cibi basificanti per mettere a disposizione del corpo anche le basi che gli occorrono, solo in questo modo non si attingerà dalle risorse corporee.
I minerali contenuti negli alimenti hanno il vantaggio di non alterarsi durante la cottura come le vitamine, rimangono integri ma in certi casi potrebbero finire nell’acqua di cottura che è bene riutilizzare per preparare altri piatti. La cottura in padella è quella che preserva maggiormente la quota di minerali nel cibo.

 Come si capisce quando si è in acidosi metabolica?
I segnali principali sono: presenza di unghie fragili, denti dallo smalto debole, facilità a contrarre infiammazioni e difficoltà a risolverle una volta instaurate.
L’acidità del corpo è valutabile dal pH dell’urina (la prima del mattino, che normalmente deve avere un valore intorno al 5), e del sangue.
Purtroppo alcune patologie favoriscono l’acidosi tissutale come il diabete, la leucemia e i disturbi dell’apparato respiratorio.

L’acidosi tissutale è la condizione ottimale per lo sviluppo di tutte le malattie “infiammatorie” e che ne contrasta la risoluzione. 
Uno stato di acidità permanente favorisce i calcoli renali: il corpo per neutralizzare l’acido preleva calcio dalle ossa e il carbonato in questione si “scioglie” nel sangue aumentando le probabilità di sviluppare i calcoli.

Cosa fare quando pensiamo di essere in acidosi metabolica?
Innanzitutto eliminare dalla dieta i cibi troppo acidi  e incrementare quelli basificanti, volendo si possono utilizzare fitopreparati depurativi e drenanti oppure prodotti basificanti come l’Herbasit. Anche alcune discipline favoriscono la riduzione dell’acidosi, tutte quelle che promuovono la respirazione e il rilassamento come ad esempio lo Yoga.

Il cibo è e deve diventare il  grande alleato della nostra salute a tutte le età!

A presto!